Stai leggendo
L’importanza delle parole (e un sacco di altre cose) – Una poesia di Phil Kay

L’importanza delle parole (e un sacco di altre cose) – Una poesia di Phil Kay

La poesia che segue parla dell’importanza delle parole (insieme a un sacco di altre cose, come è giusto che faccia una poesia). Alla fine della poesia ho scritto alcune note sulla traduzione. Trovate i link per leggere l’originale e ascoltarlo declamato da Phil Kay nell’ultima riga dell’articolo.


Ripetizione

Una poesia di Phil Kay

Mia madre mi ha insegnato questo trucchetto
Se ripeti qualcosa ancora e ancora, perde di significato
Per esempio:
Compiti, compiti, compiti, compiti,
Compiti, compiti, compiti, compiti, compiti

Visto? Niente.

Le nostre vite, mi ha detto, funzionano allo stesso modo.

Guardi il sole tramontare troppo spesso, diventa le 6 di sera
Commetti lo stesso errore ancora e 
Ancora; smetterai di chiamarlo un errore

Se ti limiti
a svegliarti, svegliarti, svegliarti, svegliarti, svegliarti, svegliarti,
Un giorno ti sarai dimenticato perché

Niente è per sempre, mi ha detto

I miei genitori si sono lasciati quando avevo 7 anni
Prima del loro ultimo litigio mi hanno mandato a casa dei vicini,
Come un astronauta espulso dall’astronave

Quando sono tornato non c’era più gravità nel nostro nido
Mi sono immaginato sia successo per caso, quando sono uscito
Si sono sussurrati così tante volte “ti amo” 
Che si sono dimenticati che cosa volesse dire

Famiglia, famiglia, famiglia, famiglia, famiglia, famiglia, famiglia, famiglia

Mia madre mi ha insegnato questo trucchetto
Se ripeti qualcosa ancora e ancora, perde di significato
È diventato il mio gioco preferito
Ha fatto evaporare il dolore delle parole.

Separazione, separazione, separazione;
Vedi? Niente.

A pezzi, a pezzi, a pezzi, a pezzi, a pezzi, a pezzi,
Vedi? Niente.

Adesso sono un manovale ferito
Lavoro con le parole tutto il giorno
Ma certo, lo vedo da solo il paradosso!

Quando ero giovane, mi è stato insegnato che il trucchetto per dominare la lingua
è spezzettarla.
Convincerla che non vale niente

Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo;
Visto? Niente.

Poco dopo che i miei genitori hanno divorziato, sono diventato balbuziente
Il destino è un maestro crudele ed efficiente
Non c’è fuga nel balbettare
Senti il significato di ogni parola che si trascina su per la tua gola

S-s-s-s-s-separazione

La balbuzie è una prigione fatta di specchi
Ogni “Cosa stai dicendo?”
Ogni “Fai con calma”
Ogni “Dai ragazzino, sputalo fuori”
È un abbagliante riflesso da cui non puoi scappare.

Ogni momento terribile arriva solo dopo la sua proclamazione
Ancora e ancora finché non rimane appeso lì,
Volante in mezzo alla stanza,
Come se quello che hai detto non avesse alcuna gravità

Mamma, papà,
Non spreco più le mie parole.
Anche oggi dopo centinaia di ore limando via la balbuzie,
Ancora sento i graffi del significato nel fondo della gola.

Mi hanno detto che anche nello spazio;
Puoi sentire il graffiare di un
T-t-t-t-ti amo.


Note sulla traduzione che potete tranquillamente saltare:

Un mese fa sono capitato per caso su questa poesia di un giovane autore americano-giapponese, e ho pensato lì per lì che fosse un po’ sempliciotta, ma per qualche motivo non ho smesso di leggerla.

Una volta che l’ho finita di leggere ho cercato se ci fosse una traduzione italiana (spoiler: non c’è) e ho pensato quindi che avrei dovuto salvarla dal divenire dell’internet.

Ho deciso quindi di fare quello che non si dovrebbe mai fare con la poesia, e cioè cercare di tradurla.

L’autore l’ha scritta quando era molto giovane e nel tempo l’ha affinata, si trovano quindi quattro versioni diverse di questa poesia. Ho deciso di tradurre a senso e a suono, e ho usato le quattro versioni per capire cosa l’autore volesse intendere. Ho anche cambiato gli “a capo”, perché in alcuni casi sembravano fare a pugni con una declamazione pubblica in italiano (ho rispettato la natura orale che questa poesia aveva già, visto che l’autore l’ha declamata spesso dal vivo).

Tutto questo per dire che mi sono concesso delle licenze sulla precisione delle parole (che sono l’argomento della poesia quindi un bel problema), dando la priorità a quella del senso. Un altro modo per dire questa cosa è che se cercate la versione che ho tradotto, semplicemente non c’è.

Trovate l’originale più maturo qui, e due declamazioni pubbliche qui e qui.

Vedi commenti (67)

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

© 2019 Alessio De Santa
Torna su